La
tecnica del mosaico è una antica arte di origine orientale, adoperata
da greci e romani a scopi decorativi; raggiunge poi il massimo splendore
in Età cristiano-bizantina, tra il IV e il XIII secolo.
Consiste nell’accostare piccole tessere di paste vitree dal taglio
irregolare su un fondo di collante. La differente giacitura di ciascuna
tessera e la varietà delle forme, unite agli accostamenti cromatici,
conferiscono all’opera una eccezionale luminosità e brillantezza,
con effetti sempre variabili in funzione delle condizioni di luce. |
Particolare
di un quadro realizzato a mosaico |
Carlo
Minonni, nelle sue opere, unisce questa antica arte alla lezione
dei pittori impressionisti e divisionisti come Monet, Seurat, Van
Gogh (per citarne alcuni), sostituendo alle tradizionali pennellate
di colore delle tessere musive in pasta vitrea. La luce e lo splendore
del paesaggio salentino vengono quindi resi attraverso questa fusione
di tecniche avvalendosi del contrasto dei colori complementari per
accentuare la varietà cromatica della composizione. |
La posa in opera delle
tessere di mosaico in pasta di vetro |
Osservando
l’opera da una certa distanza la percezione delle singole tessere
viene sostituita da una visone d’insieme in cui i colori si fondono
in una immagine unitaria e vibrante. |
Gli effetti luminosi
delle tessere di vetro |
Queste
qualità appaiono forse meno evidenti nella riproduzione digitale
riportata in queste pagine. Solo osservando queste opere “dal vivo”
se ne può apprezzare totalmente la forte valenza artistica e la
perizia della posa in opera, nonché la straordinaria componente
cromatica offerta dagli effetti luminosi. |